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NudibranchiHypselodoris coelestis

I nudibranchi, vere e proprie lumache marine, contrariamente alle cugine terrestri, dai colori spenti e dall’aspetto poco attraente, sono tra gli animali più splendidi degli oceani.

La varietà dei colori e delle forme è straordinaria, così come le delicate strutture delle branchie o dei tentacoli appuntiti che li adornano. Oltre che interessanti dal punto di vista estetico, i nudibranchi sono ottimi cacciatori, dotati di abili tecniche di difesa e in alcuni  casi anche di eleganti stili natatori.

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Cefalea in immersione (DAN European Research Division)

Vi è mai capitato che durante o al termine di un’immersione un fastidiosissimo mal di testa vi abbia rovinato l’esperienza? Questo articolo cerca di spiegare quali possono essere le cause di questo problema. La cefalea è molto frequente fra i subacquei ed incide, secondo alcune statistiche, per circa il 10%. Essa può essere provocata da cause meccaniche o chimiche.

 

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L’aragosta (Palinurus elephas)

palinurus elephas Crostaceo decapode presente nel Mediterraneo e nell’Oceano Atlantico su fondali rocciosi fra i 20 e 70 m di profondità. Nei mesi invernali migra verso le zone più profonde.

E’ un animale prevalentemente notturno e di indole gregaria: di giorno si nasconde,  insieme ad altri individui, in anfratti e spaccature di pareti verticali, facendo sporgere le sole antenne, lunghe fino ad 80 cm.
Di notte esce dalla tana per andare a caccia. La sua crescita è allometrica (non si arresta mai, ma rallenta con l’andare del tempo) e può raggiungere i 50 cm di lunghezza (escluse le antenne). Il corpo è fortemente corazzato, con un carapace sub-cilindrico provvisto di numerose spine e caratterizzato da una colorazione rosso-brunastra.

A differenza del "cugino" astice è sprovvista di chele (ha solamente due false pinze sul primo paio di arti), e tuttavia riesce a frantumare i bivalvi e i gasteropodi di cui si nutre; all’occorrenza non disdegna nemmeno animali morti.

Le aragoste spesso sfregano le antenne, producendo un crepitio molto particolare che sembra sia usato per attrarre il partner. Un motivo in più per abbandonare la brutta abitudine, da parte di  taluni "subacquei", di cercare di afferrarle per le antenne ogni qualvolta se ne avvisti una!

 
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Un corallaro eccezionale: Tony Recco

tratto dal libro "Qui Calypso" di Albert Falco

foto di Tony e AlbertIl comandante Cousteau voleva girare un film nel Mediterraneo, sul corallo e sui pescatori di corallo. Dal 2 al 10 Luglio 1971, assieme a Jacques Renoir, Albert Falco fece un viaggio di ricognizione in Corsica, in Sardegna e in Grecia. Alla fine fu scelta la Corsica, in particolare le Bocche di Bonifaccio. Si era giunti a questa decisione per via delle immersioni che effettuava nella zona un pescatore di coralli eccezionale, un campione spaventosamente temerario, un certo Tony Recco, originario di Propriano, il quale restava ogni giorno tra i 10, 15 e 20 minuti a 100 metri di profondità con bombole di aria compressa e senza osservare con precisione le soste necessarie alla risalita.

Per filmare i pescatori di corallo a grande profondità fu deciso che i sommozzatori avrebbero utilizzato la torretta Galeazzi che sarebbe stata immersa a 40 metri. In funzione delle tabelle stabilite per la miscela elio-ossigeno la loro permanenza sul fondo non doveva superare i 10 minuti.

decompressione in torrettaLa "Calypso" era ormeggiata con quattro grosse ancore nelle Bocche di Bonifaccio, proprio a piombo sopra lo scoglio corallino che era stato rintracciato con il disco. Conclusa l’immersione, gli operatori cinematografici penetravano nella torretta, chiudevano la porta e avvertivano per telefono la "Calypso" che issava la torretta e la sistemava nella stiva.

I sommozzatori allora venivano decompressi al caldo e nelle condizioni migliori all’interno della torretta, dove la miscela respiratoria era accuratamente dosata. La difficoltà consisteva nel calare in mare ogni giorno questa torretta. Quando il tempo era bello la manovra non dava preoccupazioni, ma se il mare era mosso l’operazione diventava molto delicata. Il brutto tempo impediva all’équipe di seguire e filmare Recco che si tuffava invece con qualsiasi mare.

Si serviva di uno zodiac da cui pendeva una grossa pietra attaccata a una corda di nailon. Sul fondo egli si muoveva in un raggio di 20 o 30 metri attorno a questa pietra, per pescare il corallo. Ma per ritrovare più facilmente la sua corda, a 4 o 5 metri sopra la pietra appendeva delle bandierine bianche che venivano agitate dalla corrente nell’oscurità del mare e che erano molto visibili. Ritrovare la via d’uscita e avere un punto di riferimento costituiva per lui un fattore vitale. Non usava elio perché si tratta di un gas molto caro e anche perché richiede più severe soste di decompressione.

I sommozzatori in elio sono inoltre molto più sensibili al freddo: quelli della "Calypso" erano obbligati a indossare varie mute una sopra l’altra. Il fatto che Recco si calasse comunque fino a 100 metri e che alla risalita effettuasse le sue soste in alto mare invece di mettersi in una torretta di decompressione gli permetteva di immergersi qualunque fosse il tempo.

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La stella Gorgone (astrospartus mediterraneus)stella gorgone

Si tratta di un’ofiura, un parente di stelle marine, ricci e oloturie, tutti caratterizzati da una simmetria pentagonale molto evidente. Il corpo centrale è infatti pentagonale e da esso si dipartono una serie di costolature che si dividono più e più volte in modo approssimativamente dicotomico formando in definitiva un intreccio aggrovigliato di braccia, dalle estremità esilissime e arricciate. La colorazione è grigiastra o beige, con tonalità più chiare in corrispondenza delle ramificazioni. Le dimensioni sono ragguardevoli e raggiunge i 40 cm di diametro.

E’ distribuito nel Mediterraneo e sulle coste temperate dell’Atlantico orientale, generalmente a profondità che partono dai 30-40 mt sino a diverse centinaia.

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